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Sentiamo spesso parlare di sisma o terremoto più comunemente, ma cosa vuol dire veramente valutare l’effettivo rischio sismico?

Viene definita come la probabilità che in una data area ed in un certo intervallo di tempo si verifichi un terremoto che superi una soglia di intensità o magnitudo. Tale probabilità viene individuata dagli esperti studiando intensità e frequenza dei terremoti che si sono verificati in passato in una determinata zona.

Quando si utilizza il termine “rischio sismico” si fa invece riferimento alla stima del danno conseguente ad un terremoto che potrebbe verificarsi. I parametri di cui tiene conto sono i seguenti:

  • pericolosità dell’area, la probabilità che in quella determinata area si risentano gli effetti di un terremoto;
  • esposizione, la possibilità che, in caso di terremoto, persone e/o edifici possano essere danneggiati;
  • vulnerabilità, la valutazione della resistenza degli edifici, dell’efficienza dei mezzi di soccorso di un territorio.

Il rischio sismico, determinato dalla combinazione di questi parametri, segnala quindi la gravità dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti). Una zona a pericolosità sismica elevata che però è priva di attività umane, avrà un rischio sismico basso. Al contrario, una zona a pericolosità sismica bassa che risulta però molto popolata, ha un livello di rischio sismico molto elevato, poiché anche un terremoto moderato potrebbe produrre conseguenze gravi.

Il parametro “chiave” e dove è necessario prestare la massima attenzione è quello della vulnerabilità degli edifici. Il valore attribuito dipende dal tipo di costruzione e dal livello di manutenzione: si tratta del fattore principale su cui si può intervenire per ridurre il rischio da terremoto di ogni zona.

Il rischio sismico è un indicatore, frutto di un’analisi matematico-ingegneristica, che consente di valutare gli effetti in termini di danni che un evento sismico può provocare in una determinata area. Il calcolo tiene conto dell’intervallo di tempo del terremoto, della probabilità di accadimento e del grado di intensità.

Nel dettaglio il rischio sismico dipende dall’interazione di 3 fattori:

  1. Pericolosità (P)
  2. Vulnerabilità (V)
  3. Esposizione (E)

In altre parole: R = P x V x E

Si analizzano quindi uno per uno i fattori che intervengono nella valutazione del rischio sismico.

Il nostro paese ha una pericolosità sismica medio-alta (per frequenza e intensità dei fenomeni), una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) ed un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo).

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Mappa pericolosità rischio sismico in Italia

 

Il nostro è dunque un territorio ad elevato rischio sismico per il quale è necessario pensare sempre a nuove forme di prevenzione, manutenzione ed adeguamento degli edifici per garantire la sicurezza delle persone e della merce.

Corip Ingegneria, consapevole di questa fragilità presente nel territorio, lavora quotidianamente per cercare di migliorare con soluzioni per rendere le aziende luoghi di lavoro sempre sicuri.